Scoprire le alchimie della cucina per creare integrazione in azienda
Uno dei momenti più complessi e critici per un’azienda avviene quando si fonde con un’altra ed inizia una fase di integrazione di processi, strumenti e soprattutto PERSONE. È proprio questo il “bene” più difficile da combinare e unire insieme, come sanno tutti quelli che si sono cimentati con questa complessa opera “alchemica”. Ogni gruppo non vuole cambiare perché… ha sempre fatto così. Le persone temono di perdere posizioni di potere e la gestione delle informazioni: smarrire, di punto in bianco, quello che avevano conquistato!
Si innescano meccanismi di difesa, in alcuni casi aggressivi, in altri passivi e rigidi, una situazione difficile da gestire. Proprio quando la creatività potrebbe ispirare nuove idee, soluzioni, nuovi modi di lavorare e mettere insieme le competenze di ognuno… si affacciano diversi “killer”: paura, diffidenza, lotte di potere.
Abbiamo lavorato con un’azienda che, in seguito ad una fusione con un’altra, ha l’obiettivo di integrare i rispettivi team Risorse Umane; tutto è partito con un team building all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, un partner che da anni condivide con noi un lavoro sui temi della sostenibilità e della biodiversità umana.
Carol Povinga, responsabile del Food Lab ha accompagnato i partecipanti in un viaggio di esplorazione nella cucina galenica per riscoprire come un piatto davvero gustoso, nutriente e salutare, debba contenere in sé 4 elementi: caldo, freddo, umido e secco… sembra difficile?
Allora pensate ad uno dei piatti più consumati durante l’estate: prosciutto e melone, il primo caldo e secco, il secondo freddo e umido. Forse non piacerà a tutti, ma quelli che lo apprezzano lo cercano proprio quando, durante una giornata di sole, dopo un bel bagno, vogliono tornare ad apprezzare la spiaggia leggeri e… snelli.
Alla cucina galenica si è aggiunta poi la descrizione della scienza del food pairing, che si basa sulla “somiglianza” delle molecole per abbinare i cibi: carne e cioccolato sono ingredienti tipici di prelibati arrosti, oppure melanzane e cioccolato rappresentano la base di uno dei più particolari dolci siciliani. Cibi apparentemente diversi, ma che, in realtà, contengono un patrimonio genetico similare.
Strani abbinamenti e consistenze che richiamano l’integrazione di sapori e di… saperi… si, perché oltre che gli ingredienti culinari, la filosofia del food pairing può guidarci nell’integrare persone, solo apparentemente differenti e distanti, ma in realtà capaci di portare un arricchimento di idee e di esperienze in un’organizzazione: occorre soltanto trovare una chiave per metterli insieme.
Proprio come in chimica, la mescolanza di due sostanze può avvenire in forma completa, parziale o nulla, anche nelle relazioni umane avviene questo fenomeno; la variabile principale è la stessa per entrambi i processi: la temperatura.
Nel team building siamo andati alla ricerca di questa variabile, dando forma e sostanza alla temperatura, trovandola nella fiducia reciproca, nella comunicazione trasparente, nell’entusiasmo di coinvolgere e condividere.
Le persone hanno composto 6 brigate e hanno creato composizioni originali e creative, utilizzando 3 ingredienti per ogni piatto e scambiando risorse tra loro, con l’intento di sviluppare un menù completo in due ore di lavoro.
La prima fase dell’integrazione è stata compiuta, abbiamo ricercato la giusta temperatura e poi lavorato per scoprire insieme quali apprendimenti avessero acquisito dall’esperienza, quali modi di comunicare fossero trasferibili nel lavoro di tutti i giorni per facilitare il processo di unificazione dei due team e quali risultati definire.
Il viaggio è all’inizio ed ora potremo convergere verso un lavoro indirizzato a generare, creativamente, strategie di integrazione e di azione, utilizzando un’altra delle nostre tecniche preferite, il multischemo, di cui torneremo a parlare in un prossimo post.