“L’innovazione inizia con la giusta mentalità”
Dall’osservazione si può dedurre che circa l’1% di medici, ingegneri e scienziati ha una mentalità imprenditoriale e che ci sono 6 abitudini che la delineano, come descritto da Narang e Devaiah nel loro libro “Orbit Shifting Innovation”:
1. La crescita personale si riferisce alla dimensione della sfida, non alle dimensioni del regno.
Ciò che motiva i veri innovatori è la sfida più eccitante, non il numero di persone che riferiscono a loro. La “dimensione della differenza” che faranno è più stimolante della “dimensione del business”. Amano uscire dalla loro zona di comfort e dirigersi verso l’ignoto.
2. La nuova direzione è la sfida, non la destinazione.
La sfida è veicolo di trasformazione per i veri innovatori e non un obiettivo di rendimento. Si concentrano sulla creazione di un patrimonio, non sulla protezione dello stesso. Ignorano i fallimenti e guardano costantemente ai progressi compiuti. Trattano le testimonianze di innovazioni come analisi delle prestazioni.
3. Bisogna combattere le forze che bloccano le persone, non conservarle.
I veri innovatori iniziano mettendo in discussione l’ordine mondiale piuttosto che conformarsi ad esso. Per prima cosa si confrontano con le forze che li ostacolano, piuttosto che assecondarle. Le forze includono la gravità mentale, la gravità dell’organizzazione, la gravità del settore, la gravità del paese e la gravità culturale. Bisogna essere in grado di trasformare i no in si.
4. Le nuove intuizioni provengono da una ricerca di domande, non da una ricerca di risposte.
Questa mentalità da esploratori alla ricerca di nuove domande spinge i veri innovatori lontano, verso qualcosa in più. Fondamentalmente diventano ricercatori di valore; cercano valore in ogni esperienza, in ogni conversazione. Non cercano prescrizioni, cercano possibilità.
5. Gli stakeholder devono essere coinvolti nella nuova realtà, non devono essere convinti.
I veri innovatori suggeriscono agli stakeholder di adottare e persino di condividere l’idea di spostamento dell’orbita. Vanno prima ad insediare il cuore, sostenendo che la mente seguirà. Cercano persone intelligenti, che esprimono apertamente i loro dubbi e collaborano per superarli.
6. Lavora dalla sfida a ritroso, piuttosto che dalle capacità in avanti.
Tentare di superare gli ostacoli favorisce, non compromette, per questi innovatori. La loro mentalità non è “se-allora” ma “come e in che altro modo?”. Convertono i problemi in opportunità, e spesso l’idea originale cresce tanto da diventare molto più grande rispetto alla prospettiva iniziale.a “dimensione della differenza” che faranno è più stimolante della “dimensione del business”. Amano uscire dalla loro zona di comfort e dirigersi verso l’ignoto.
Un’idea non è un’invenzione o un’innovazione. Un’idea è un pensiero che non vede mai la luce del giorno. Un’invenzione è un’idea ricondotta alla pratica. Un’innovazione è qualcosa di nuovo, o qualcosa di vecchio fatto in un modo nuovo, che aggiunge un sostanziale aumento di valore per l’utente, almeno 10 volte, rispetto alle proposte esistenti o allo status quo. Meno di questo è solo un miglioramento. L’innovazione dirompente è qualcosa che rende un prodotto esistente più accessibile e abbordabile, come ad esempio i servizi di assistenza ai malati.
Cos’è la “mentalità”? Gli esperti danno differenti interpretazioni, ma, fondamentalmente, è come interpretiamo il mondo, il modo e il motivo per il quale pensiamo alle cose nel modo in cui lo facciamo. Usiamo modelli mentali, che, a differenza della maggior parte dei tratti della personalità, sono malleabili, non fissi, e guidano le nostre emozioni e comportamenti.
I modelli mentali sono creati dalle conversazioni interne che abbiamo con noi stessi e, queste conversazioni, affermano gli psicologi, creano sentimenti che guidano il comportamento. I pensieri negativi guidano un comportamento negativo e viceversa. In altre parole, diventerai ciò che pensi.
La psicologa dell’educazione di Stanford Carol Dweck, definisce la mentalità come “teorie implicite”. Vale a dire che è la raccolta di supposizioni e convinzioni che usiamo per rappresentare come funziona il mondo. Queste teorie sono implicite perché sono generalmente non indagate e spesso subconscie.
La mentalità imprenditoriale biomedica descrive uno stato mentale o un modello mentale caratterizzato dalla ricerca di opportunità con risorse scarse. L’obiettivo è quello di creare valore per gli stakeholder attraverso l’implementazione di innovazione biomedica o clinica. Esaminando le 4 componenti della definizione, si può ricavare qualche dato sulla questione dell’1%.
La ricerca dell’opportunità: i medici intravedono l’opportunità di migliorare la salute dei pazienti. Le idee diventano invenzioni e innovazioni quando i tecno-imprenditori e le intuizioni del mercato si incrociano. Deve esserci la giusta combinazione di cercatori di problemi e risolutori di problemi.
Utilizzo di risorse scarse: i medici hanno tutte le risorse di cui hanno bisogno con un clic del mouse. Se mai, hanno troppe risorse, il che porta a sprechi e trattamenti e test inappropriati.
Creare valore per l’utente: mentre la customerizzazione dell’assistenza sanitaria sta gradualmente cambiando il panorama, i medici, per la maggior parte, continuano ad aumentare la posta in gioco. I pazienti vengono lasciati ad un bivio: “la mia strada o l’autostrada”.
Distribuzione dell’innovazione: la maggior parte dei medici non comprende la differenza tra un’idea, un’invenzione o un’innovazione, o la differenza tra un rattoppo, la soluzione al problema, l’incrementalismo o un cambiamento realmente dirompente. Pensano che sia una pecca modificare un modello per trarne miglioramenti invece di renderlo obsoleto.
I professionisti della salute, gli scienziati, gli ingegneri, non sono ammessi alle scuole professionali perché sono fantasiosi o creativi; vengono scelti perché conformi a standard rigidi. Di conseguenza, il risultato non è una sorpresa.
Re-settare il tuo cervello per vedere il mondo in modo diverso richiede motivazione interna, strumenti, inneschi, allenamento, premi e pratica. Ecco 10 modi per iniziare:
1. Connetti. Espandi le tue reti interne ed esterne
2. Sperimenta. Prova a fare cose che non ti richiedono molto e misura ciò che hai imparato
3. Osserva. Gli innovatori guardano ciò che tutti gli altri guardano, ma vedono cose diverse
4. Domanda. Perché no? Supponiamo di averlo fatto diversamente? Cosa succede se?
5. Associa. Come ha affermato Jobs, l’innovazione riguarda il collegare punti. La maggior parte di noi vede solo punti. Gli innovatori vedono modelli e opportunità
6. Pratica abitudini imprenditoriali.
7. Entra dentro. Capire ed adattare il modo in cui il tuo stile di attaccamento determina il tuo stile di lavoro
8. Impara prima la scienza di base. La mentalità organizzativa imprenditoriale è molto simile a quella personale
9. Accetta. La maggior parte delle persone non ha una mentalità imprenditoriale. La percentuale di adulti coinvolti in startup nel 2012 ha toccato il 13%, un livello record da quando Babson ha iniziato a monitorare i tassi di imprenditorialità nel 1999. Sfortunatamente, di quelli che lo fanno, la maggior parte fallirà. Quando ti rendi conto che non hai ciò che serve, taglia al più presto le perdite, metti te stesso e le altre persone al sicuro e trova qualcos’altro da fare
10. Aspetta le persone giuste. Trova un mentore. Elimina i dubbiosi e gli scettici dalla tua pagina Facebook, dal momento che le loro mentalità negative sono contagiose. Fai network incessantemente.
Tuttavia, affinché gli intrapreneurs (ovvero i professionisti con mentalità imprenditoriale) possano prosperare, non ci deve essere solo la mentalità dirompente e innovativa, ma anche una mentalità organizzativa. In altre parole, devi avere un mindset integrato.
Il nostro intervento per la Business Innovation si basa sull’assunto che le idee di per se non abbiano alcun valore, ma ne assumano solo se trasformate in qualcosa di prezioso, originale e rilevante, ovvero in valore aggiunto.
di Arlen Meyers
Fonte: http://innovationexcellence.com/blog/2018/02/03/innovation-starts-with-the-right-mindset/
Traduzione di Claudia Ciccarese