Il Coaching Creativo e la banca Mediolanum: giocare di squadra per vincere
Come tutte le migliori storie, anche quella di questa squadra capitanata dal team manager Valerio D’Angelo parte da lontano, precisamente dal 2007 quando fu inaugurata la sede storica di via Provolo.
Per chi non conosce via Provolo, situata a Roma nel quartiere popolare di San Basilio, parliamo di un’area urbana che non ricorda esattamente Wall Street o i grandi grattacieli di Manhattan nella grande mela. La sede era molto spartana, si lavorava separati solo da divisori di plastica e a quei tempi il marchio della banca di Ennio Doris non conosceva ancora la sua dimensione attuale.
Però, forse proprio quell’inizio così spartano diede la spinta iniziale ai vari Valerio, Simone, Marta, Luciano e molti altri.. un po’ come il team iniziale di Di Caprio in The wolf of Wall Street dove i nostri giovani consulenti con poca esperienza ma con tanta, tantissima fame riescono poi a scalare le vette della finanza.
Un percorso fatto di successi e crescita personale porta la nostra squadra ad aprire nel 2009 un’altra sede a via Franco Sacchetti (zona Talenti) fino ad arrivare al Gennaio 2013 con l’inaugurazione della sede dei parioli, un grandissimo salto di qualità.
Un lungo percorso è stato compiuto, ma per evitare di incappare nelle insidie della cosiddetta “sindrome della pancia piena”, la squadra ha deciso di mettersi in discussione per affrontare certe tematiche attraverso un intervento di coaching. Questa decisione evidenzia di per sé che esiste una base che permette di iniziare un percorso di crescita personale e collettiva.
L’intervento del Coaching Creativo diretto da Simone Piperno ha un obiettivo chiaro: lavorare sulla coesione di squadra (Team Building) partendo dalla sua storia, lavorando poi sulle ambizioni personali di ogni partecipante per arrivare infine ai nuovi e rinnovati obiettivi da perseguire.
La tecnica con cui abbiamo iniziato a lavorare è quella degli schermi multidimensionali dell’ingegner Genrich S. Altshuller.
Questo metodo porta le persone a ragionare sul loro contesto in termini di sistema e di tempo.
Il sistema si sviluppa su tre livelli, e cioè il sistema stesso, il suo supersistema ed i suoi subsistemi.
Il sistema potrebbe ad esempio essere un albero, che presenterebbe le sue foglie come subsistemi e la foresta come supersistema: in sintesi, un elemento che fa parte di un contesto più grande e contiene al suo interno diverse microsituazioni.
Nel caso dei nostri corsisti gli è stato fatto pensare alla loro filiale come il sistema di riferimento, alla banca Mediolanum come supersistema e ai singoli elementi del loro stesso team come al subsistema (come vedete l’uomo Mediolanum?).
Ora il sistema va anche collocato su continuum temporale oltre che spaziale, quindi ognuna delle nostre tre grandezze andrà contestualizzata in un tempo passato-presente-futuro con nove singoli output come risultato.
Come realizzare tutto questo? Abbiamo diviso i partecipanti in tre gruppi da sei persone dove ognuno doveva lavorare su uno dei tre sistemi e dividerli per fasi temporali disegnando un simbolo od una rappresentazione che indicasse il concetto espresso.
Tra le immagini più evocative sono apparse le caravelle (connesse al passato) utilizzate per raccontare un viaggio pieno di sogni ed ambizioni ma con poche certezze (ricordate i nostri ragazzi di Via Provolo?).
Questi 9 quadranti, anche grazie al forte impatto visivo, aprono la porta a molte riflessioni, che viaggiano e si insterscambiano tra presente, passato e futuro. Stefano dice: “tornare indietro con la storia è un modo per andare avanti”. Paola ci confida che credeva fortemente nell’essere una lavoratrice dipendente ma poi ha fatto una scelta “di pancia” e ha deciso di rimettersi in gioco e ricominciare da qui, così come Geraldo che era un dipendente Telecom con il “posto sicuro”: insomma, tutti si sono messi in gioco e sono ripartiti da questo team.
Il brand di Ennio Doris è oggi molto conosciuto ma al tempo stesso ci si è un po’ “fermati”, l’immagine scelta è quella della Torre di Pisa, belli ma inclinati e statici, ben piantati al suolo. In ogni caso la visione globale offerta dall’esercizio dei nove schermi ha portato ad una revisione di alcuni punti di vista e adesso alcune dinamiche interne appaiono meno statiche e più, per l’appunto, “dinamiche”.
Adesso liberare nuove soluzioni il focus del gruppo si sposta verso un obiettivo ben preciso, e cioé la fatidica domanda: “come trovare nuovi clienti?”. Lavorando sempre in tre gruppi abbiamo diviso le tre fasi fondamentali del processo commerciale:
1) Prevendita.
2) Vendita vera e propria.
3) Post vendita e gestione dei clienti già acquisiti.
Il metodo utilizzato in questo caso è la tecnica del “brainwriting”, un brainstorming in cui tutti i partecipanti fanno fluire le loro idee facendole “contaminare” dai compagni di gruppo… si inizia scrivendo la propria idea su un post-it per poi passare il foglio al vicino di posto che ne scriverà un’altra ispirata a quella proposta dal compagno, il fine è da terminare il ciclo con idee nuove e diverse da quelle originali, trasformate dai punti di vista dei singoli elementi del gruppo.
In questa fase i pensieri si lasciano scorrere liberamente, nessuna censura deve essere posta alla mente in questo momento creativo, “divergente.”
Una volta che le idee sono state raccolte si passa ad un momento più logico-razionale “convergente” in quella fase che nel coaching creativo risponde al nome di “decodifica” dove tutte le idee vengono divise per categorie e similarità per raggruppare quelle simili.
Adesso il gruppo dalle nuove idee deve ricavare una sintesi, una conclusione che possa racchiudere tutto gli spunti più significativi. Lo scopo è partorire un’idea che comprenda tutto il lavoro svolto dal gruppo, un lavoro che evolverà infine in un progetto vero e proprio. Già perché le idee sono potenti certo, ma affinché si concretizzino devono trasformarsi in obiettivi. E dove sta la differenza tra un sogno ed un obiettivo? Nella data. Nella semplice scadenza come ci diceva il creatore di Zio Paperone Walt Disney. Perché è lì che gli obiettivi diventano o meno delle realtà: la notte si può sognare certo ma la mattina ci si alza e si fanno le azioni necessarie a raggiungere la nostra meta, ogni singolo giorno, come l’allenamento dei migliori Bolt e Federer.
A cura di Francesco Mannucci, Account Manager di Kairos Solutions