“Corto in Team” Milano: il resoconto dell’evento
Nelle aule del Master in Marketing di Publitalia ’80, presso la sede di Mediaset, abbiamo trovato uno scenario ideale per l’evento “Corto in Team”, nato dalla collaborazione in rete di diverse realtà come Officine Ciak, Studio Beretta, Bianco e Bruno e Kairòs Solutions.
All’interno di tale location, sotto la guida della nota regista televisiva Franza Di Rosa, gli ospiti dell’evento sono stati liberi di muoversi, spaziando con la fantasia e scegliendo il set in cui realizzare un corto girato con lo smartphone, ormai lo strumento principe per la produzione di racconti per immagini.
Franza Di Rosa è conosciuta per aver diretto spettacoli televisivi satirici di grande successo come La TV delle Ragazze, Avanzi, Tunnel, Pippo Chennedy Show ed altri ancora, insieme ad un fantastico team di autori e attori capitanato dai fratelli Guzzanti, Serena Dandini, Lella Costa, Susy Blady, Cinzia Leone, Angela Finocchiaro e Stefano Masciarelli, per citarne alcuni. Questo team eclettico e creativo ha sviluppato un nuovo linguaggio televisivo basato su una apparente improvvisazione che poggia invece su una solida trama: una sorta di ossimoro televisivo, fatto di talento e creatività.
Franza ha inizialmente stimolato i partecipanti attraverso una serie di immagini tratte dal grande classico di Kubrick, Shining, con la finalità di apprendere le tecniche della grammatica filmica e prepararsi a pianificare in modo più consapevole come utilizzare le diverse inquadrature per raggiungere scopi diversi.
Accompagnati dalla regista Di Rosa nelle diverse fasi della costruzione di un corto, dalla nascita dell’idea al montaggio, ed entrando nelle dinamiche specifiche dei differenti ruoli che si alternano nel processo di elaborazione e produzione, i partecipanti hanno potuto testare le loro doti di registi, scenografi, cameraman e attori in modo creativo e professionale, supportati dai feedback costanti della regista.
Per costruire le trame in modo condiviso e originale, i partecipanti hanno utilizzato le tecniche del Coaching Creativo, come lo Storyboard ispirato a Walt Disney e alle modalità con cui elaborava idee e progetti, oppure il brainwriting, una modalità alternativa al brainstorming utile per far partecipare tutti al processo creativo e per produrre un numero esponenziale di idee in poco tempo (8 partecipanti= 64 idee in 5 minuti).
Ritornando al contesto aziendale di cui ci occupiamo come formatori e coach, quando un team è impegnato in uno scenario metaforico come avviene nei team building, mette in atto senza rendersene conto, le stesse dinamiche relazionali e operative che agiscono nelle normali giornate lavorative. Durante la metafora, però, il team, pur replicando tali dinamiche, lo fa in una modalità più leggera e creativa producendo un cambiamento nella “mappa” dell’esperienza; alla consueta immagine della realtà limitante e in alcuni casi svalutante, infatti, il gruppo aggiunge nuove informazioni e nuove opzioni di comportamento nel modo di comunicare, relazionarsi, gestire i problemi, trovare idee, valorizzare le differenze tra le persone…
Per questa ragione, il lavoro basato su scenari metaforici è assai efficace per creare le condizioni utili per il cambiamento; è importante sottolineare, però, che vivere una nuova modalità di lavoro, sebbene più divertente e appassionante, non basta di per sé per attivare il miglioramento o lo sviluppo di nuove condizioni, anzi se non è adeguatamente analizzata e trasformata in un piano d’azione, può risultare addirittura frustrante per i partecipanti.
Per valorizzare a pieno un team building, infatti, occorre svolgere un lavoro di riflessione guidata che porta i partecipanti ad analizzare le reazioni rispetto all’esperienza, individuando aspetti gratificanti, motivanti ed efficaci; poi, è importante delineare le diverse tipologie di apprendimento conseguite e immaginare come trasferirle concretamente e attivamente al proprio lavoro, pianificando i risultati specifici che si vogliono ottenere.
Ed è proprio questa ultima parte dell’attività che, insieme all’output tangibile rappresentato dai cortometraggi, rende “Corto in Team” una metodologia coinvolgente per le persone ma anche proficua dal punto di vista lavorativo, in quanto volutamente legata alla realtà quotidiana dei partecipanti.