Come si raggiunge il benessere aziendale?
Il concetto di benessere aziendale si è evoluto nel tempo, passando da modelli basati sull’efficienza, come il Taylorismo, a visioni più umanistiche come quella di Adriano Olivetti, che ha dimostrato la compatibilità tra benessere e sostenibilità economica. L’OMS definisce il benessere come equilibrio fisico, mentale e sociale, sottolineando il valore del pieno sviluppo del potenziale individuale. Nel 2019 la pandemia mondiale da COVID-19 ha accelerato questa trasformazione, spingendo le aziende a mettere al centro il benessere dei lavoratori. La pandemia ha evidenziato l’importanza di un approccio olistico, che valorizzi le persone non solo come risorsa produttiva, ma come fulcro di sostenibilità e competitività.
Molti lavoratori hanno riconsiderato le proprie priorità, cercando un significato più profondo nel lavoro e rifiutando condizioni inadeguate. Fenomeni come le “Grandi Dimissioni” e il “Quiet Quitting” riflettono un crescente malessere: secondo l’OMS, il 60% degli europei è demotivato. I dati del rapporto Censis del 2022 mostrano che il 46% dei lavoratori italiani desiderava cambiare lavoro, l’82,3% riteneva di meritare di più e il 69,6% era inquieto per il futuro, una percentuale che saliva al 70,8% tra i giovani. Questi dati sottolineano la necessità di un cambiamento profondo nelle aziende per affrontare le sfide del benessere dei lavoratori. (Diario della transizione_7_2021_0.pdf)
Nel 2024, il Censis conferma che insoddisfazione retributiva e preoccupazioni per il futuro restano centrali, con il 62% dei lavoratori che considera il proprio salario inadeguato e il 29,7% che teme la sostituzione tecnologica. Parallelamente, cresce l’attenzione al work-life balance: il 67,7% dei lavoratori desidera ridurre le ore lavorative, e il 30,5% si limita a svolgere lo stretto necessario. Questo riflette un crescente distacco dal lavoro e una maggiore focalizzazione sul benessere personale. (Sintesi_dei_risultati_7°Rapporto_Censis-Eudaimon.pdf)
Come affrontare questa sfida?
È essenziale costruire un ambiente basato sulla fiducia, che è cruciale per migliorare produttività, adattabilità e apprendimento. La fiducia richiede competenza, integrità, benevolenza e affidabilità per svilupparsi, favorendo un ambiente di condivisione, autonomia e leadership informale. Contribuisce inoltre a ridurre il controllo e ad aumentare la tolleranza al rischio. Per sviluppare e consolidare la fiducia, servono obiettivi e compiti chiari, comunicazione trasparente e pratiche collaborative che rafforzano la resilienza e preparano le organizzazioni ad affrontare sfide complesse con agilità. Le HR giocano un ruolo chiave nel creare ambienti inclusivi e dialoghi aperti, come dimostrato dall’iniziativa di Icon Water, che ha utilizzato il racconto di esperienze personali per rafforzare il supporto reciproco e la cultura aziendale. La fiducia, quindi, è il collante che ottimizza le relazioni e le prestazioni, risultando cruciale soprattutto nei contesti di lavoro a distanza.
La ricercatrice di Harvard Amy Edmondson, nel suo libro Organizzazione senza paura (2019), evidenzia che i team più performanti sono quelli in cui i membri si sentono liberi di esprimersi senza timore di giudizi o ripercussioni. Questo clima di fiducia favorisce una comunicazione aperta, accelera l’apprendimento e crea le condizioni per maggiore produttività ed efficacia. Secondo il report Gallup State of the Global Workplace, le aziende con un alto tasso di fiducia registrano un incremento del 76% nel coinvolgimento dei dipendenti, un aumento del 50% della produttività e una riduzione del 13% dei giorni di malattia, dimostrando che la fiducia è una leva strategica oltre che morale. (2022-Gallup-Global-Emotions-Report-2022.pdf)
Un esempio innovativo è rappresentato dal Chief Happiness Officer (CHO), figura già inserita nel mercato europeo e da poco emergente in Italia, che promuove benessere e felicità nelle aziende, integrando competenze di sociologia, management e altre discipline per bilanciare produttività e qualità della vita lavorativa. Con un approccio strategico, il CHO favorisce leadership positive, riduce lo stress e crea ambienti collaborativi Aziende come Bancolini Symbol hanno dimostrato i vantaggi di queste pratiche, con un incremento del fatturato del 50% nel 2021.
Tra le metodologie emergenti volte a promuovere il benessere aziendale Il Coaching Creativo, combinando tecniche tradizionali con creatività e problem solving innovativo, favorisce lo sviluppo e l’empowerment delle persone. Attraverso sessioni che integrano l’utilizzo del processo creativo con metodi e tecniche strutturate, aiuta a potenziare le risorse creative, esplorare il potenziale e rafforzare il legame emotivo con gli obiettivi personali e aziendali. I benefici si riflettono in un miglioramento del livello di proattività e collaborazione tra i team e nei team stessi, una maggiore capacità di adattamento ai cambiamenti e un incremento della motivazione e del senso di appartenenza al team.
L’articolo riesce efficacemente a evidenziare la necessità di un cambio culturale nelle aziende, abbracciando una visione più ampia e integrata del benessere organizzativo. L’approccio creativo e olistico suggerito rispecchia una tendenza sempre più diffusa nel panorama internazionale, dove il benessere dei lavoratori viene riconosciuto non solo come un diritto etico, ma anche come un pilastro fondamentale per la sostenibilità economica e la competitività aziendale, attraverso un evidente e misurabile incremento delle performance.
Fonti:
McKinsey Global Institute. (2021). The future of work after COVID-19
La trasformazione del lavoro. I numeri della “great resignation” | Il Bo Live UniPD
A new study on the psychology of trust in face-to-face and virtual teams
Trust is key to building high-performance teams, research finds – HRM online
A. C. Edmondson, Organizzazione senza paura. Creare sicurezza psicologica sul lavoro per imparare, innovare e crescere, FrancoAngeli, Milano 2022